I due autori, nella forma del diario, ripercorrono e analizzano le principali tappe di un’esperienza condotta in una scuola del Cantone Ticino, frequentata da adolescenti prosciolti dall’obbligo scolastico in cerca di una collocazione non soltanto professionale. I giovani sono stati chiamati a misurarsi con un contenitore che proponendo uno spazio, una conduzione e un tempo regolati consentisse loro nel contempo la massima libertà di parola. “Ma che lezione è mai questa?” è l’espressione che, tra le altre, alcuni ragazzi coinvolti nell’esperienza hanno utilizzato ripetutamente per manifestare verbalmente la loro inquietudine e il loro disappunto di fronte al fatto di trovarsi, in gruppo, confrontati alla mancanza di un compito specifico. La psicologia generativa procede proprio anche da questo: è il rafforzamento della tolleranza della frustrazione, il riuscire a non essere tutto e a non poter avere tutto e subito che può aprire la via a una rinnovata simbolizzazione; è l’attraversamento ineludibile della dimensione della mancanza che può rimettere in circolo, realisticamente, la tensione del desiderio.