"Fare storie" non coincide sic et simpliciter col raccontarle o sentirle raccontare ma è una pratica di segni (che avviene a più livelli) da decifrare al di là del prodotto apparente; ogni storia è una pratica "patetica", un fare che si precisa gesto dopo gesto, grido dopo grido, parola dopo parola, mentre gradualmente di dipana il viaggio intersoggettivo dei bambini per trovare i segni per farsi capire da chi è con loro.