Come è noto, il nostro tempo è segnato dall’inesorabile dissoluzione dei grandi soggetti collettivi che hanno fatto la storia della Novecento. Non penso solo alle masse e ai partiti politici, ma anche alle classi tradizionali: la borghesia perde terreno, il proletariato è praticamente estinto. In questa situazione di disgregazione sociale le pulsioni elementari della vita politica generano derive autoritaristiche nuove, anche se forse collegate alla radice psicologica del legame tra la massa e il suo leader. L’apparizione dei cosiddetti populismi – il più sintomatico di questi fenomeni - è un fenomeno che stimola il pensiero a interrogare i fondamenti teorici della psicologia delle masse contemporanee: masse frammentate, amorfe, paradossalmente animate dall’individualismo.
Quali pulsioni e passioni aggregano allora gli individui all’interno dei fenomeni populistici? Che tipo di soggettività si esprime in essi e che cosa desidera? È legittimo parlare di “neo-plebi”, e in che senso lo è?
L’intervento tenterà di rispondere a queste domande attraverso gli strumenti concettuali della filosofia e della psicopatologia delle masse.
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