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Bion ha intuito la forza euristica dei concetti di contenitore e contenuto che la psicologia generativa ha ripreso quale fondamento del proprio quadro teorico. Una variante altrettanto foriera di significati sono gli analoghi concetti di forma e senso. Forma e senso si incontrano in una relazione dinamica, che attraverso percorsi non sempre scontati acquisiscono significato nei “fatti scelti”.
Il setting psicoterapeutico è quella forma poliedrica simbolica predisposta per mettere in relazione i sensi/contenuti che si presentano nella relazione terapeutica affinché possano essere rigenerati e risignificati. Nel contempo il setting è anche contenuto che si presenta nella forma mente del/la paziente, la cosiddetta “flebo”, che interagisce con il suo contenitore mentale.
Una particolare attenzione va prestata al differente grado di coercizione presente in questa relazione. La capacità contenitiva e trasformativa del setting varia a dipendenza della pressione dei contenuti che si presentano e richiedono regolazioni differenti. Psicoterapia ambulatoriale, clinica, comunitaria, forense necessitano “regole d’arte” differenziate che poggiano a loro volta su regole gruppali differenti (ad es. diritto amministrativo e penale). Le forme, le formalità e i loro codici deontologici incontrano le forme e i codici della psicoterapia, la cura dell’anima.
Il corso vuole andare ad esplorare questi incontri/scontri e come lo strumento psicoterapeutico può trasformarsi per raggiungere il suo obbiettivo.
Bibliografia:
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